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Trento, 14 novembre 2014 l ricorsi presentati da 50 consiglieri, consigliere e vedove di consiglieri regionali è davvero di una tristezza infinita, dal punto di vista etico, personale e umano, prima ancora che politico. Dimostra un attaccamento esagerato e incomprensibile ai beni accumulati (che restano comunque tanti e che sono tutti usciti dalle tasche dei cittadini che lavorano e non evadono le tasse). Hanno goduto di tanti privilegi che lo stare in politica a quei livelli ha offerto loro, hanno avuto un livello di vita alto, esercitato un bel lavoro, si sono riempiti (e riempite...) la bocca di altisonanti dichiarazioni di attenzione al bene comune e di servizio alle comunità che hanno, indegnamente a nostro parere, rappresentato. Ma niente è bastato. È necessario contestualizzare questa loro presa di posizione, così poco generosa, avveduta, obiettiva, dentro un momento tanto difficile per le famiglie e le persone che, pur avendo lavorato onestamente e proficuamente tutta una vita, si trovano prive di mezzi a causa della crisi. È importante rendersi conto di quanti tagli si stiano operando perché anche le casse provinciali e dei comuni piangono. E come non pensare ai giovani, alle loro difficoltà ad entrare nel mercato del lavoro, agli studi e alle competenze perse dentro lavori precari, quando ci sono, alle umiliazioni quotidiane di vite sovente vissute lontano dal casa, dagli affetti familiari? Vite che non riescono a pensare e a costruire uno straccio di futuro. Questo egoismo adulto, anziano, è raccapricciante e per molti sarà davvero sconvolgente pensare di averli magari votati, fiduciosi e speranzosi nel loro disinteressato impegno. I fondi che saranno incassati, a fronte di queste restituzioni dovute di malloppi davvero consistenti ed auto attribuiti in nome di una professionalità “eccellente”, andranno in fondi vincolati a politiche a favore dell'occupazione e della famiglia. Ma le famiglie degli altri non sembrano rivestire molta importanza per queste anime belle, per questi politici col pelo sullo stomaco. A loro evidentemente interessava e interessa solo la loro di famiglia, ben tutelata dal Fondo Family. Un nome un programma! Ci era già sembrata molto tiepida e minimale la soluzione trovata dal Consiglio provinciale, con una restituzione che non riguardava certo anni e anni di ottimi quanto ingiustificati guadagni, ma solo di un taglio del 20 % rispetto all'ultimo, incredibile privilegio, ma con questi ricorsi si è davvero andati oltre ogni immaginazione. Plaudiamo perciò agli interventi di Conzatti dell'UPT e di Robol nei confronti dei loro consiglieri, con l'invito a non ricorrere e quello ad andarsene, nel caso del PD, rivolto a chi si è sentita torteggiata, ahilei!, dalla retroattività della legge. Che vergogna! Pensiamo che tanti trentini si sentano, proprio come noi, indignati e feriti da questa politica e da questi “politici”: termini, entrambi, impropri e inadatti a definirli. Lucia Coppola e Marco Ianes |
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